Sulla guerra non si può ragionare o piuttosto si può ragionare solo su chi è stato il primo a sparare, su chi ha ragione e chi ha torto, sulla ripartizione delle forze, sulla natura delle armi, su loro numero…. Idem per la pace. Si può ragionare solo su il nemico potenziale che ci minaccia, e sulla necessità di essere armato per difendersi della guerra. E di nuovo si può ragionare solo sulla natura delle armi, su loro numero, su l’importanza di fabbricarne delle nuove et sempre più terrificante. La vita e la morte di milioni di persone sono sottintesi. E il diritto internationale di fare la guerra s’applica in modo differente secondo se si tratta di armi convenzionale o chimici, di civile o di combattenti, di citadine della NATO o no, di bianchi o di neri… Nella mentalità di tutti, vittime comprese, guerra e pace sono intercambiabili. La possibilità dell’una è legata a l’impossibilità dell’altra. E cosi viviamo da sempre tra due guerre in tempo di pace, o tra due paci in tempo di guerra.

Sens sans conscience
J’ai peur que la vie ne dépasse pas la conscience de la vie. Sinon la vie serait l’immortalité et la mort une parenthèse. La conscience